Ecco una guida sulla cedolare secca 2020. Occorre infatti conoscere bene questa procedura e soprattutto come funziona la tassazione agevolata sugli affitti. Vale anche la pena considerare le regole per poter applicare una delle due aliquote previste. Vediamo tutti i dettagli inerenti questa tematica che per molti è ancora abbastanza complessa.
Cosa si intende per cedolare secca?
Quando si parla di cedolare secca si fa riferimento ad un regime di tassazione alternativo molto vantaggioso al quale possono ricorrere tutte quelle persone che percepiscono un reddito attraverso la locazione di un determinato immobile. Così come possono accedere alla cedolare secca anche coloro che godono dell’usufrutto su un determinato immobile. Entrando nel dettaglio, è bene precisare che mediante la cedolare secca ogni proprietario locatore sceglie di rinunciare all’aggiornamento del canone di locazione. Tale opzione si può tranquillamente attivare nel momento in cui avviene la registrazione del contratto di locazione. Così come molti optano per attivarla in seguito: in entrambe le situazioni la validità della cedolare secca è fino alla scadenza del contratto. In ogni caso, è bene precisare che il locatore può scegliere di revocarla allo scadere di ogni anno di contratto.
Dove si applica la cedolare secca
La cedolare secca viene applicata direttamente sul contratto di locazione scelto dal proprietario dell’immobile in accordo con l’affittuario. Ammessa sui contratti di locazione di immobili che vanno dalla categoria A1 alla A11, eccezion fatta per l’A10. L’agevolazione della cedolare secca è indicata anche agli affitti di immobili residenziali per enti e cooperative senza alcuno scopo di lucro. Questa agevolazione è valida per coloro che abbiano firmato il proprio contratto di affitto entro la fine dell’anno 2019 e l’abbiano registrato nel 2020. Importante inoltre chiarire che la registrazione del contratto di locazione va effettuata entro i 30 giorni dalla stipula dello stesso.
Due aliquote differenti: cosa sapere
Quando si sceglie di optare per la cedolare secca al momento della stipula del contratto di affito, bisogna procedere anche con la scelta dell’aliquota fissa del 10% o del 21%. Questa riguarda il reddito che viene percepito mediante quell’immobile. L’aliquota del 21% viene applicata su quei contratti a canone libero, mentre quelli che hanno canone concordato prevedono un’aliquota del 10%. La cedolare secca al 10% può essere applicata anche a formule contrattuali particolari come quella di affitto per studenti fuori sede, o anche per i contratti transitori (durata da un mese fino ad arrivare ad un massimo di 18 mesi).
I vantaggi della cedolare secca
Vale la pena considerare quelli che sono alcuni dei principali vantaggi correlati ad un’opzione interessante come la cedolare secca. Scegliere la cedolare secca fin dall’inizio del contratto porta a dei vantaggi maggiori. A partire, ad esempio, dalla possibilità di evitare di versare l’imposta di bollo da 16 euro. Qualora invece si scelga di attivarla in un secondo momento, tali spese vengono anche rimborsate. E questo diventa perciò un ottimo vantaggio anche per l’inquilino che non vedrà variare il suo canone d’affitto nel corso del tempo. Inoltre non dovrà dividere al 50% le spese istruttorie con il locatore.
Altro vantaggio da non trascurare della cedolare secca è quello di poter usufruire di un’aliquota IRPEF al 21%. Questa viene calcolata sul 100% del canone di locazione annuo che viene stabilito al momento della stipula del contratto. Questo tipo di aliquota può anche diventare del 10% qualora l’immobile si trovi all’interno dei specifiche aree metropolitane che sono chiarite dalla normativa nazionale (Milano, Genova, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Napoli, Palermo e Catania). Prevista la riduzione anche nei comuni con alta intensità abitativa e tutti quei comuni in cui sia stato dichiarato lo stato di emergenza a partire dal 2009.
Una novità importante nella Legge di Bilancio 2020
Altro aspetto cruciale quando si parla di cedolare secca è quello della modifica prevista nell’ultima Legge di Bilancio. Infatti è diventato possibile optare per questa procedura anche per la locazione di locali commerciali. Questi però devono rispettare alcune caratteristiche, tra cui rientrare nella categoria catastale C1 e avere una superficie che non superi i 600 metri quadrati. Un’altra novità interessante in questa tematica è l’abolizione della sanzione prevista qualora ci sia omissione della comunicazione di proroga della cedolare secca. Questa precedentemente ammontava a 100 euro, per cui si può dire che è caduto l’obbligo di comunicare il rinnovo di volta in volta.