PEC Un Risparmio di 4 miliardi per l’Italia

Tutti noi, chi più chi meno, ha avuto a che fare in questi anni con la PEC, la posta elettronica certificata.

Attorno ad essa ruota il mondo delle aziende, per comunicazioni e fatturazione; ma anche i singoli spesso si sono trovati a poter o dover inviare una PEC, spesso per le comunicazioni con le istituzioni e gli enti.

A tutti sono immediatamente chiari, i benefici economici e ambientali che l’uso di un servizio come la posta certificata ha, rispetto all’uso del cartaceo: più efficiente, efficace, economico, veloce.

Oggi una ricerca di IDC, quantifica in modo scientifico i benefici diretti per l’intera collettività dell’uso della PEC, ma non si limita all’analisi del passato, ma anche a proiettare al 2020 ed ipotizzare quindi un futuro.

L’intera analisi di IDC, patrocinata da Aruba ed Infocert la trovate qui.

Nel 2008, le caselle PEC attive erano 300.280, nel 2019 queste hanno raggiunto quota 10.835.817, facendo registrare un trend di crescita continuo che si ipotizza sfiorerà i 16 milioni di caselle attive alla fine del 2022.

Grafico Caselle Pec: Infografica IDC

Ma a cosa é legato questo incremento?

A molteplici fattori, da un lato la crescita della digitalizzazione, ossia l’accesso di sempre più persone al mondo digitale, dall’altro, parallelo a questo, all’aumento della fiducia nei mezzi digitali, in inglese detto Digital Trust.

Fiducia e diffusione digitale che hanno ovviamente richiesto degli strumenti adatti a supportare questa fiducia, e garantire la sicurezza di comunicazioni che da personali, si stavano trasformando in ufficiali.

In Italia, appunto, é la PEC ad aver implementato questo meccanismo per il Digital Trust.

E i risultati sono chiari, oltre ad un aumento delle caselle, anche lo scambio di messaggi, ovviamente é cambiato, passando dai 218 milioni del 2008, ai 2 miliardi e 300 milioni del 2019, per arrivare a superare la quota dei 3 miliardi di comunicazioni PEC scambiate nel 2022.

Grafico Messaggi Pec: Infografica IDC

Ma qui inizia ad arrivare la parte più interessante, ossia la quantità di corrispondenza cartacea, sostituita dalle PEC.

Si perché é stato messo chiaramente in evidenza che il successo della PEC, è ormai da attribuire solo in parte ai primi obblighi di legge che ne hanno imposto l’utilizzo ad alcune tipologie di soggetti.

Allo stesso modo, il suo ormai vasto uso, è attribuibile in minima parte alla progressiva sostituzione della posta cartacea con quella digitale.

Piuttosto, l’incremento dei casi d’uso della PEC é direttamente legato all’individuazione di benefici e vantaggi nel suo utilizzo, che ha portato a sviluppare attorno ad essa, interi processi organizzativi, come ad esempio il processo civili telematico: senza dimenticare la riduzione di tutta la documentazione cartacea che doveva essere scambiata per i professionisti quali geometri, ingegneri, architetti, professionisti della sanità, del catasto, della scuola e dell’Università.

Grafico Pec: Infografica IDC

Ma quanto ci permette di risparmiare e quanto regala all’ambiente l’utilizzo della PEC?

È proprio a queste domande che risponde la ricerca IDC che si è concentrata sull’analisi e misurazione oggettiva dei benefici derivanti da:

  • Riduzione degli spostamenti;
  • Riduzione nell’emissione di Co2;
  • Eliminazione dei tempi di attesa;
  • Liberazione degli spazi d’archivio,

per un risparmio globale, fino a oggi di oltre 2 miliardi di euro, cifra destinata a crescere e a sfiorare i 4 miliardi di euro nel 2022.

La riduzione della mobilità frizionale e l’abbattimento dell’impronta carbonica con la PEC

Come già detto, é chiaro a tutti il vantaggio economico diretto dell’uso della PEC rispetto a quella tradizione. Nel primo caso é previsto un canone annuo per il servizio, nel secondo il costo é legato alla quantità e peso di quello che vogliamo inviare.

La ricerca di IDC però si è spinta oltre, calcolando il risparmio in termini di riduzione della mobilità per spostarsi verso i luoghi fisici deputati proprio all’invio e alla ricezione della Posta tradizionale.

Il calcolo e la successiva stima si basano sulle distanze relative alla copertura degli uffici postali in Italia. Per tali spostamenti, molto spesso, si ricorre all’utilizzo di mezzi di trasporto, non sempre pubblici.

Da qui, è facile intuire come la mobilità frizionale, ossia l’impatto degli spostamenti per la fruizione del servizio, comporti anche una conseguente emissione di Co2.

Si stima che nel 2019 sono stati ben 253 milioni i chilometri risparmiati grazie all’utilizzo della posta elettronica Certificata, 1,7 volte la distanza Terra-Sole e 78.000 tonnellate di Co2 risparmiate. IDC stima che nel 2022, si arriverà a risparmiare quasi 400 milioni di chilometri con un abbattimento dell’impronta carbonica per oltre 120.000 tonnellate.

Riduzione Mobilitá Frizionale

Si stima inoltre che, entro il 2022, con il risparmio in CO2 prodotto dall’utilizzo della PEC sarebbe possibile riscaldare per 145 settimane tutte le scuole di Milano.

L’eliminazione dei tempi di attesa e la liberazione degli spazi dedicati ad archivio

Altro elemento importante, la riduzione dei tempi di attesa.

IDC ha infatti deciso di stimare il risparmio dei tempi di attesa negli uffici postali, considerando i tempi medi forniti dall’ISTAT.

Considerando i dati relativi al biennio 2017/2018, è stato rilevato che i tempi medi di attesa per l’accesso ai servizi postali si aggirano generalmente sui 15 minuti.

Nel calcolo, sono stati considerati tempi di attesa inferiori, ma nonostante questo, nel 2019 è stato calcolato un risparmio di ben 2150 anni nei tempi di attesa, stima che potrebbe facilmente superare i 3000 anni di tempi di attesa virtualmente eliminati entro il 2022.

Parlando dell’archiviazione, grazie alla tecnologia e alla digitalizzazione e dematerializzazione dei processi, non sono più necessari i grandi spazi in magazzino occupati da faldoni, ma bastano pochi GB di memoria su un disco per contenere, in modo molto più sicuro, quantità ingenti di dati e informazioni facilmente ricercabili e immediatamente accessibili con il semplice ausilio di un dispositivo connesso alla rete.

Si stima infatti che fino al 2019 siano stati oltre 1.300.000 i m2 di spazio risparmiati che nel 2022 arriveranno a toccare 1.676.801 m2, l’equivalente di 235 campi da calcio.

Il futuro della PEC

Dalle analisi, si evince chiaramente come i benefici portati da uno strumento digitale come la PEC, quantificabili e quantificati, ne garantiscano una costante diffusione e crescita d’uso.

Ma lo studio dell’evoluzione e la misurazione del successo della Posta Elettronica Certificata, non possono tenere conto solo del risparmio, devono necessariamente tenere conto anche di altre caratteristiche.

Per prima cosa, la semplicità d’uso e la flessibilità, la PEC e uno strumento che garantisce le comunicazioni, fruibile in modo semplice da chiunque, attraverso qualunque device tecnologico, ed é utilizzabile in qualunque ambito.

E questa visione é così chiara ed evidente che si sta già andando oltre il confine nazionale.

Già oggi allo studio sistemi che permettano di armonizzare le comunicazioni e i servizi tra tutti i cittadini europei secondo un unico meccanismo di certificazione seguendo il regolamento europeo EIDAS.


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